lunedì 2 maggio 2016

Van Gogh Alive




Van Gogh Alive, mostra vista a Torino questa domenica con il mio babbo, è un'esperienza assolutamente unica; per quanto io ami più di tutto le mostre con le opere originali dove sulle tele è possibile vedere gli strati di colore, le pennellate precise o caotiche, i grumi degli oli, la tessitura della tela,  questa mostra non è da perdere perchè è stata concepita con una diversa finalità, e cioè entrare non solo nell'arte ma soprattutto nella testa di questo fantastico genio che è di secolo in secolo Vincent Van Gogh. 

Le sale della mostra sono provviste di gigantesche tele tutte intorno e anche per terra, di differenti dimensioni, su cui vengono proiettate le magnifiche opere dell'artista assieme alle frasi dei suoi scritti, in modo da ripercorrere la sua vita ma specialmente il suo percorso mentale e spirituale per conoscere Vincent come uomo.

Meraviglioso e toccante, il tutto con una colonna sonora di musica classica d'autore.

La commozione mi è sopraggiunta più volte (forse, soprattutto nel vedere la stanza in cui aveva avuto più ispirazioni artistiche magnificamente ricostruita, stanza del quadro "La camera di Vincent ad Arles" da lui dipinto in manicomio), poichè da sempre sento affine a me la sua sensibilità al punto da percepirne i sentimenti a più di un secolo di distanza. 

Fin da piccina Vincent suscitò in me le reazioni più incredibili, e da all'ora rimasi convinta che se ci fossimo conosciuti ci saremmo compresi.
Spesso Vincent viene liquidato ingiustamente come artista molto più che eccentrico: schizofrenico e pazzoide. Io non la penso assolutamente così. Credo fermamente che le immense sensibilità, genialità e spiritualità di questa persona non furono nè comprese nè convogliate in maniera efficace ed esaustiva al punto da portarlo alla follia.

Oh caro Vincent, che il Signore ti abbia in gloria per sempre, coccolando il tuo cuore con tutto l'amore che non hai avuto in vita e cancellando per sempre una delle tue ultime frasi che racconta perfettamente la disperazione che ti portò alla morte: "Non vivrò senza amore". Ora puoi avere quell'amore.















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